L’AMORE E L’UMILTA’ DI CRISTO.
Riflessioni
La vita e il ministero terreno di Gesù volgevano alla
fine. Nel dirigersi per l’ultima volta verso Gerusalemme, parlò di nuovo ai
Suoi discepoli di ciò che doveva verificarsi: i capi religiosi Lo avrebbero
arrestato, schernito, flagellato ed infine ucciso e dopo tre giorni sarebbe
risorto. Questi però non comprendevano ciò che diceva, anzi erano tanto lontani
dall’afferrarne il vero significato, che mentre Gesù parlava di soffrire per il
bene degli uomini, essi discutevano fra loro della possibilità di innalzarsi,
di avere qualche supremazia sugli altri, anzi Giovanni e Giacomo Gli chiesero
di potersi sedere uno a destra e uno a sinistra nel Suo regno. Il Signore Gesù
rispose loro che non sapevano ciò che stavano chiedendo e riaffermò il
principio che il regno di Dio non viene regolato secondo i criteri dei regni
del mondo, chi vuole essere grande deve essere il servitore di tutti perché la
vera grandezza sta nell’umiltà, tro. Umiltà ed amore contraddistinsero il
Maestro!L’amore e l’umiltà sono state le prime e le ultime parole del Suo
insegnamento; di fronte ad un lebbroso ebbe pietà e lo guarì, così come sfamò
la gran folla che Lo seguiva. Ma il più grande esempio di umiltà, prima della
morte in croce, lo diede quando lavò i piedi ai suoi discepoli. Imitare il
Maestro vuol dire mettere in pratica i Suoi insegnamenti, significa sentire la
necessità di dipendere da Lui e ciò nasce dalla consapevolezza che in Gesù
risiede il dono più bello: il perdono dei peccati e la Salvezza Eterna.Il
cristiano pertanto deve porsi come obiettivo quello di imitare Gesù, imparare
per somigliargli sempre di più, per diventare Suoi discepoli e Suoi servitori,
per compiere non il suo bene ma quello degli altri.Fare come Maria, la sorella
di Marta, che si pose ai piedi di Gesù per imparare, per adorare, per servire;
dire come San Paolo: “Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servitori di
tutti”.