L’UBBIDIENZA PERFETTA - Chiesa Evangelica - Termoli (Cb)

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L’UBBIDIENZA PERFETTA

Riflessioni
 
Durante la vita terrena, Gesù, capostipite della nuova umanità, dimostrò un amore, una fedeltà assoluta e un’ubbidienza perfetta al Padre Celeste; uno degli atti di ubbidienza fu la Sua richiesta di battesimo a Giovanni detto il Battista.
 
La nascita di Giovanni era stata preannunziata dai profeti ed era stato scritto che avrebbe preceduto il Messia annunziandolo alle genti; egli esortava al ravvedimento perché il Regno di Dio stava per venire e preparava i giudei a riconoscere e ad accogliere Gesù, il Figlio di Dio. Le folle lo ascoltavano, si convertivano e chiedevano di essere battezzati. Proprio mentre stava battezzando presso il fiume Giordano, si presentò Gesù e chiese di essere battezzato; inizialmente il Battista non voleva permetterGli di partecipare a questo simbolo di pentimento: dopotutto se veramente Egli aveva con Dio il rapporto speciale che Giovanni pensava, se era effettivamente il Salvatore non aveva alcun bisogno di essere battezzato poiché non aveva colpe da farsi perdonare. Gesù però insistette e disse: “ è bene che noi facciamo così la volontà di Dio fino in fondo”. Il Signore Gesù sentiva di doversi identificare con quei peccatori pentiti che sarebbero stati i suoi primi discepoli e il rapporto speciale che aveva con il Padre era un valido motivo per identificarsi pienamente nella vita degli uomini per i quali era venuto a morire.
 
Si può immaginare lo stupore di Giovanni: il Figlio di Dio si sottometteva a questo atto di ravvedimento per ottenere il perdono dei peccati, ma Gesù agli occhi della gente non era ancora il Messia ( perché solo Giovanni lo aveva riconosciuto per opera dello Spirito Santo) e se non avesse dato importanza al battesimo del Battista avrebbe vanificato la sua predicazione e, di conseguenza, anche la propria. Gesù doveva testimoniare del valore del battesimo proprio in relazione al ravvedimento ed alla confessione dei peccati; Egli rappresentava il compimento della perfetta giustizia di Dio ed il battesimo di Giovanni si richiamava proprio a questa giustizia. Egli non poteva cominciare il Suo ministerio terreno con un atto di disubbidienza al Padre. Giovanni allora Lo battezzò e non appena Gesù uscì dall’acqua, i cieli si aprirono e scese su di Lui lo Spirito Santo sottoforma di colomba; nello stesso tempo una voce dal cielo disse: “ Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto”.
 
Ciò voleva significare per Gesù due cose: l’assicurazione del Suo rapporto speciale con Dio, in quanto era la persona scelta per dare inizio al nuovo ordine sociale; il ruolo di Liberatore promesso che avrebbe comportato sofferenza e servizio come parte essenziale della Sua vita. Tutto questo era molto difficile, ma Gesù l’affrontò con la potenza di Dio stesso sottoforma di Spirito Santo.
 
Dopo la Sua morte e la Sua resurrezione, il battesimo assume una connotazione più profonda: non si limita ad essere un battesimo di ravvedimento come lo era quello di Giovanni, ma esprime la trasformazione interiore di colui che vuole seguire Cristo Gesù quale esempio di ubbidienza al Padre e testimoniare pubblicamente il perdono dei propri peccati.  
C.E.T. Chiesa Evangelica - Via delle Orchidee, snc - Termoli (Cb)
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