LA FEDE: UN’ATTIVITA’ CHE DEVE ESSERE PRATICATA.
Riflessioni
La fede di cui parla la Sacra Bibbia è un elemento
soprannaturale che s’inserisce nella vita umana, ossia la vita divina che
s’inserisce in quella umana ed è allo stesso tempo la vita umana che
s’inserisce in quella divina; è un dono universale di Dio agli uomini che sono
stati messi in grado di esercitarla.Un cristiano vive sulla terra una vita che
è partecipe alla natura divina ed è pertanto unito a Cristo per mezzo della
fede. La fede senza la perseveranza non è vera fede.
La storia di Daniele, uomo di Dio e di preghiera, è
ricca d’ insegnamenti per il cristiano, poiché dimostra come egli rimase fedele
al suo Signore in qualsiasi circostanza della sua vita.La sua fedeltà gli
conferì l’appellativo di “uomo gradito”, e per questo Dio gli rivelò i segreti
riguardanti sia Israele sia la storia delle nazioni.Egli insieme ai suoi compagni,
nonostante le condizioni di prigionieri, condusse una vita pura e consacrata a
Dio; considerò la loro prova come una prova da parte del Signore e furono suoi
strumenti per dargli gloria in un paese
pagano.
Nebucadnesar fece scegliere dei giovani da istruire
nella lingua e nelle lettere dei Caldei per stare nel palazzo reale. La scelta
cadde su Daniele (che significa Dio è il mio giudice), su Anania (Dio ha dato),
Misael (chi è come Dio) e Azaria (Dio che aiuta). La situazione di questi tre
giovani, se da un lato rappresentava un privilegio, d’altro presentava un
pericolo per la loro fede tanto che Daniele rifiutò di prendere i cibi che,
prima di essere mangiati, erano presentati agli idoli.Questo rifiuto proveniva
da un cuore puro e da una fede sicura; il Signore perciò gli conferì grazia e
gli fece trovare pietà presso il capo degli eunuchi (Iddio onora coloro che lo
onorano-1 Samuele 2: 30).Quando Daniele e suoi compagni furono portati dal re
per essere interrogati, non si trovò nessuno pari a costoro anzi nessun
sapiente era simile a Daniele.Dio aveva voluto premiare la fede di
costoro!Anche quando il re minacciò di morte tutti i sapienti del suo regno,
Daniele fece sospendere il decreto nella certezza che Dio gli avrebbe rivelato
il segreto e messosi in preghiera insieme ai compagni ottenne misericordia da
Dio tanto che Questi glielo rivelò.La sua fedeltà al Signore era grande e in
ogni circostanza mise al primo posto il Signore e la Sua gloria, senza
preoccuparsi delle conseguenze che potevano derivare. Per tre volte durante il
giorno consacrava il suo tempo alla preghiera, anche quando ciò costituiva una
trasgressione ad un decreto del re.La notte passata nella gabbia dei leoni fu
un’esperienza benedetta per Daniele perché potette rispondere al re “ il mio
Dio ha mandato un suo angelo che ha chiuso la bocca ai leoni” (Daniele 6:
22).Anche la preghiera elevata a Dio per la schiavitù del suo popolo insegna
che in ogni circostanza qualunque siano le prove, bisogna riporre la propria
fiducia nel Signore che per amore di Cristo Gesù opera per il bene dei Suoi
figli.
A prescindere dalle circostanze, Dio ci ama e grazie
alla fede in Cristo ci salva e ci redime dal peccato.Chi affida la propria vita
a Gesù riceve il dono della fede, la sua vita è trasformata, il buio diventa
luce, la “tempesta” si placa poiché Egli ha potere nei cieli e sulla terra; se
per Amore ci ha riscattati e ci ha resi figli di Dio come può dimenticarsi di
noi?Riporre la propria fiducia in Lui vuol dire avere la vittoria certa come lo
fu per Pietro quando chiese a Gesù di farlo camminare sulle acque, egli fissò
lo sguardo sul Maestro e camminò verso di Lui perché si fidava della Sua
parola.Ogni vita che esclude Dio è senza senso perché manca lo scopo per il
quale è stata creata!